Menu principale:
Per capire quello che succederà a partire dal mese di agosto del 1995, bisogna fare un salto indietro ed in particolare al 1990. Già l’Ensemble di musica sacra formato con i fratelli Antonello cominciava a funzionare bene con un grosso riscontro di pubblico e di critica, ma io cercavo brani da cantare diversi dai soliti classici che tutti i tenori cantavano in chiesa.
Avevo cominciato già ad inserire brani poco conosciuti come "Ave Verum" di Schubert e il "Salve Regina" di Puccini, la cui partitura avevo trovato a Londra. Ero rimasto affascinato dall’interpretazione del tenore José Carreras della "Misa Criolla" di Ariel Ramirez (Argentina), ma le partiture originali sembravano introvabili in Europa.
In quegli anni lavoravo come consulente di alcune aziende produttrici di occhiali che esportavano in tutto il mondo ed avevo un distributore ad Asunción in Paraguay, di cui ero diventato amico. Qualche anno prima del 1990 avevo ospitato suo figlio Carlos a casa mia per alcuni mesi per motivi di studio e lui non sapeva come ricambiare questo favore. Gli chiesi di procurarmi gli spartiti originali della "Misa Criolla", cosa che fece puntualmente, ma assieme ad essi, per un benedetto eccesso di zelo, aggiunse anche delle trascrizioni di antichi manoscritti che erano state distribuite ai cori delle varie parrocchie di Asunción per la prima di un importante concerto di musica delle Riduzioni Gesuitiche del Secolo XVIII non conosciuta in Europa. Io ho ritirato quei fogli di musica senza prestare inizialmente attenzione al loro contenuto e mi sono subito concentrato sulla "Misa Criolla" finalmente nelle mie mani.
Con i fratelli Antonello abbiamo inserito, adattando lo spartito al nostro organico, il Kyrie e l’Agnus Dei di quella messa, come si può notare dai vari programmi fatti in Italia e all’estero. Quando però ho fatto vedere a Roberto e Michele il resto dell’altra musica portata dal Paraguay, hanno spalancato gli occhi dalla meraviglia e con emozione mi hanno detto che avevamo in mano un vero e proprio tesoro. Fu solo allora che notai in cima ai manoscritti il nome dell’autore. Era quel Domenico Zipoli che all’età di 10 anni mi aveva affascinato con la sua musica quando mi ero messo a studiare l’armonium.
Io non conoscevo la vera storia di questo autore, non avevo mai sentito parlare delle Riduzioni Gesuitiche e non avevo nemmeno visto il film "Mission". Mi documentai velocemente non solo su quanto a disposizione in Italia, ma soprattutto sul materiale prezioso in spagnolo che Carlos mi inviava dal Paraguay e così scoprii questa affascinante e coinvolgente storia, che cambierà letteralmente la mia vita artistica e non solo. Vedrò di riassumerla per sommi capi per farvi capire la portata della scoperta e dello studio da noi fatto, mentre per i dettagli potete fare le ricerche adatte, ora che il fenomeno è conosciuto, diffuso e ben documentato ( www.zipoli.it ).
"La Terra senza Male", "La Nazione Musicale dei Gesuiti", "La Repubblica di Dio" sono alcuni dei molti riferimenti dati in quell’epoca per descrivere uno degli episodi più straordinari nella storia dell’umanità, che ha influenzato la vita sociale e culturale del Sud America: le Riduzioni Gesuitiche.
Dal 1609 i Gesuiti hanno trasformato lo stile di vita delle popolazione indigene locali, da comunità isolate nomadi che vivevano nella foresta divise in tribù, in cittadini di villaggi organizzati, che avevano le loro regole severe ma giuste. In pochi anni i Gesuiti riuscirono a cambiare gli Indios Guarany da loro raccolti in queste particolari comunità da un livello Proto Neolitico ad un livello sociale e soprattutto culturale molto vicino a quello europeo dei primi anni del secolo XVIII. Selvaggi cacciatori e pescatori divennero nell’arco di 150 anni abili coltivatori, artigiani ed artisti. I musicisti avevano una posizione ed un ruolo molto importante nella comunità delle Riduzioni per le celebrazioni religiose e per rallegrare il lavoro e la vita quotidiana del popolo. L’espressione più comunemente usata dai visitatori e biografi del tempo nel descrivere le Riduzioni Gesuitiche del Sud America era: "La Nazione Musicale".
Poteva essere considerata anche una esagerazione, ma la scoperta recente delle partiture originali che gli Indios eseguivano conferma la vocazione e l’abilità musicale di quelle popolazioni. La musica veniva eseguita da orchestre formate interamente da Indigeni, i quali riproducevano gli strumenti musicali dagli originali arrivati dall’Europa nei loro laboratori artigianali. Le Messe venivano accompagnate da Cori e piccole orchestre con l’uso di vari strumenti del periodo barocco europeo. Ogni Riduzione contava bande musicali ed orchestre con 30 o 40 musicisti. A seguito della espulsione dei Gesuiti dal Sud America avvenuta nel 1767, queste realtà furono saccheggiate, molto materiale e molte testimonianze di questa gloria andarono bruciate e distrutte. Sembrava che fossero rimaste solo delle rovine, poche sculture ed oggetti di pregevole fattura sparsi in musei o collezioni private nel mondo, ma niente era rimasto della musica che lì veniva eseguita. La natura invece aveva protetto per quasi 300 anni un fantastico tesoro nella provincia di Chiquitos in Bolivia.
Nel 1972 l’architetto svizzero Hans Roth trovò nella foresta Boliviana 11 chiese intatte delle Riduzioni che appartenevano a dei villaggi, che continuavano a vivere secondo quanto insegnato dai Gesuiti. All’interno delle chiese di San Rafael e Santa Ana, trovò 5.000 manoscritti della musica sacra originale che veniva eseguita in tutte le Riduzioni Gesuitiche del continente.
Chi ha visto il famoso film "Mission" con la regia di Roland Joffe, ed interpretato da Robert De Niro ricorderà la grande emozione che creò la storia delle mitiche Riduzioni Gesuitiche del Sud America. Questa storia ha suscitato curiosità soprattutto sugli aspetti culturali e musicali del fenomeno e molti erano gli scettici nel credere che dei primitivi potessero eseguire la musica barocca tra il 17° ed il 18° secolo allo stesso livello degli europei.
Un’altra ragione di questo scetticismo veniva dalla generale ignoranza della storia di questo fenomeno religioso, sociale, politico e culturale nella storia dell’umanità. Molti sono i documenti ed i libri che parlano di questo splendore con testimonianze dirette nelle Riduzioni Gesuitiche del Sud America. Per quanto riguarda la musica, prima della scoperta di Roth, avevamo solamente la descrizione di come veniva eseguita e la lista degli strumenti musicali impiegati e costruiti in loco dagli stessi Indios Guarany, ma nessuna partitura poteva provare tutto questo.
Ora dopo la scoperta di 5.000 manoscritti in Bolivia, possiamo provare quanto descritto nei vari documenti dell’epoca riguardo questa fantastica musica. Possiamo eseguire le partiture originali ricostruite dai manoscritti, dando al pubblico la possibilità di rendersi conto del livello di conoscenza della musica barocca europea, raggiunta da parte di "selvaggi" abitanti del Sud America grazie all’insegnamento dei missionari Gesuiti arrivati dall’Europa.
Il Maestro Luis Szarán del Paraguay fu tra i primi musicologi a raggiungere Hans Roth in Bolivia ed a trascrivere diversi brani dai manoscritti originali, soprattutto quelli di Domenico Zipoli. Sono appunto alcune di queste preziose trascrizioni che mi sono state regalate dall’amico Carlos Galeano nel 1990 e che ci hanno permesso di presentare questa musica per la prima volta in Inghilterra nel 1994.
Il successo e la curiosità causati da questa nostra proposta mi hanno spinto a scrivere più volte a Luis Szarán in Paraguay, per informarlo del nostro lavoro, del credito che sempre davamo al suo prezioso lavoro di trascrizione e per chiedere ancora del materiale.